Ania – In Italia il record mondiale delle scatole nere
Diffidenza e perplessità sulla privacy, evidentemente, arrivano fino a un certo punto. O forse, a fare breccia tra gli automobilisti nostrani sono gli “sconti”, veri o presunti, che promettono di contenere i premi Rc auto, tra i più alti d’Europa. Sia come sia, in Italia le scatole nere risultano essere in costante crescita. Al punto che un’indagine dell’Ania proietta il nostro Paese direttamente al vertice della classifica mondiale delle black box. Il record.
Il dato, emerso stamane a un evento ad hoc tenuto a Roma dall’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici, è contenuto in un dossier a cura di Riccardo Sabbatino, presentato – tra gli altri- da Dario Focarelli, direttore generale dell’Ania, e da Vittorio Verdone, direttore centrale auto. I numeri del documento parlano di oltre due milioni di scatole nere installate sui veicoli italiani a fine 2013, pari a circa il 6% del parco assicurato totale: quasi il doppio rispetto agli 1,2 milioni del 2012.
A livello assoluto, la cifra rimane contenuta, ma è il confronto con l’estero a far emergere le sorprese: “Ci sono più black box nel nostro Paese che in Gran Bretagna o in Usa”, rivela Ania, secondo cui, già nel 2012, la penetrazione delle scatole nere sul totale delle auto italiane circolanti era del 3,5%, mentre la Gran Bretagna si fermava all’1% e gli States non arrivavano all’1,5.
La “geografia”. La diffusione nella nostra penisola non è omogenea: il 49% si concentra al Sud e nelle isole, mentre Nord e Centro contribuiscono rispettivamente per il 31 e il 20%. “Non è un caso”, commenta l’Associazione. “La metà delle polizze con black box presenti in Italia sono state vendute nelle regioni meridionali, dove le frodi assicurative hanno raggiunto le percentuali più allarmanti”.
A riprova della sua analisi l’Ania cita l’Isvap, per cui il 4,44% dei “sinistri con frodi” del 2011 si sono verificati al Sud e nelle isole, lo 0,93% al Nord e l’1,27 al Centro, a fronte di una media italiana del 2,04%.